
Sorrento (NA) – Un affascinante viaggio nel dialogo tra arte e rappresentazione della figura di Maria Maddalena a Napoli, dalle suggestioni pittoriche di Gian Francesco Barbieri, detto il Guercino, fino alla celebre tela di Artemisia Gentileschi, la cui Maddalena penitente è esposta proprio al Museo Correale.
Questo il tema della conferenza “Tra penitenza e seduzione: la Maddalena a Napoli da Guercino ad Artemisia”, promossa dal Museo Correale di Sorrento in collaborazione con l’associazione Le Amiche del Museo Correale. L’evento si terrà venerdì 17 ottobre 2025 alle ore 17.00 nella suggestiva Sala degli Specchi del Museo.
A guidare il pubblico in questo percorso storico-artistico sarà il professor Alessandro Giardino, ordinario presso il Dipartimento di Lingue e Culture del Mondo della Saint Lawrence University di New York, studioso che si è dedicato in particolare al tema della femminilità nell’arte e nella letteratura del primo Barocco, oltre che alle figure di Caravaggio e Artemisia Gentileschi.
L’incontro si concentrerà sull’evoluzione dell’iconografia della Maddalena, figura complessa e sfaccettata, oscillante tra il rigore della penitenza e la potente carica seduttiva. Un percorso che vedrà in Artemisia Gentileschi – artista simbolo del Barocco e della forza espressiva femminile – uno dei punti focali, data la presenza al Museo Correale della sua notevole opera.
La conferenza si preannuncia come un’occasione di approfondimento culturale di grande rilievo, offrendo una chiave di lettura privilegiata sulla produzione pittorica napoletana del Seicento e sul ruolo di una delle figure femminili più rappresentate e discusse della tradizione cristiana.
Informazioni Utili
- Cosa: Conferenza “Tra penitenza e seduzione: la Maddalena a Napoli da Guercino ad Artemisia”
- Relatore: Alessandro Giardino
- Dove: Sala degli Specchi, Museo Correale di Sorrento
- Quando: Venerdì 17 ottobre 2025, ore 17.00
- Ingresso: Libero fino ad esaurimento posti.
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Il sublime pentimento: La Maddalena di Tiziano a Capodimonte tra storia e iconografia
La Maddalena penitente di Tiziano Vecellio, conservata al Museo Nazionale di Capodimonte a Napoli, non è solo una singola opera di straordinaria bellezza, ma rappresenta un capitolo fondamentale nella storia dell’arte del Cinquecento e nell’evoluzione dell’iconografia di Maria Maddalena. Databile intorno al 1550, il dipinto napoletano è una delle numerose repliche e varianti che Tiziano realizzò nel corso della sua lunga carriera, a testimonianza del successo e della risonanza del soggetto.
La Maddalena era una figura particolarmente amata da Tiziano e dai suoi committenti, in quanto incarnava il dramma umano del peccato e la gioia spirituale della redenzione. Tuttavia, la sua rappresentazione mutò significativamente in risposta ai cambiamenti culturali e religiosi dell’epoca. La versione più antica, ricordata da Vasari e oggi a Palazzo Pitti (Firenze), era caratterizzata da una maggiore sensualità, dipinta in un periodo, ante-concilio tridentino, in cui l’esposizione della figura femminile, anche in un contesto sacro, era più audace.
La versione di Capodimonte, proveniente dalla prestigiosa Collezione Farnese (e probabilmente quella inviata a Papa Pio V Ghisleri), si colloca in un contesto storico successivo e riflette le nuove istanze etiche e morali post-Concilio di Trento. L’iconografia si arricchisce e si conforma ai dettami di un decoro più austero: la Santa non è più nuda, ma avvolta in un lussuoso abito giallo, e vengono introdotti gli elementi simbolici della sua penitenza e conversione: l’ampolla degli unguenti (in basso a sinistra, accanto alla firma del pittore: «TITIANVS P.»), il libro aperto e il teschio (memento mori). La composizione, pur mantenendo l’intensa carica emotiva – con lo sguardo estatico rivolto al cielo in cerca di redenzione – si focalizza maggiormente sul percorso spirituale della Santa.
Oltre al suo valore artistico intrinseco, il dipinto di Capodimonte vanta una storia collezionistica travagliata e affascinante. Entrato nella collezione Farnese, seguì le sorti della raccolta, transitando da Roma a Parma prima di giungere a Napoli nel 1734 con Carlo di Borbone. La tela fu oggetto di numerosi spostamenti all’interno delle dimore reali, e subì persino il prelievo da parte delle truppe francesi durante la Repubblica napoletana del 1799, venendo poi fortunosamente recuperata. Questi passaggi storici sottolineano non solo l’inestimabile valore dell’opera, ma anche la sua centralità nelle dinamiche di potere e collezionismo tra le corti italiane.
La Maddalena penitente di Tiziano a Napoli non è dunque soltanto un esempio della sua magistrale tecnica, evidente nel ricco cromatismo e nella pennellata schiarita del paesaggio sullo sfondo, ma un documento che narra l’evoluzione del gusto, della sensibilità religiosa e delle vicende collezionistiche che hanno plasmato il patrimonio artistico italiano, trovando nella pinacoteca di Capodimonte la sua definitiva e meritata collocazione.
Alessandro Giardino: Profilo Accademico e Campi di Ricerca
Alessandro Giardino è un accademico e studioso con una solida formazione internazionale. Ha conseguito il Dottorato di Ricerca (Ph.D.) presso la McGill University e ha arricchito il suo percorso di studi frequentando prestigiose istituzioni in diverse discipline:
- Università di Bologna: dove si è dedicato alla storia dell’arte, alla semiotica e alla letteratura.
- University of California at Berkeley e Université de Montréal (Università di Montréal).
I suoi campi di competenza sono ampi e interdisciplinari, spaziando tra:
- Il Barocco
- Studi Mediterranei
- Letteratura e arte italiana e francese
- Filosofia francese e psicoanalisi del XX secolo.
Presso la Saint Lawrence University (SLU), Giardino è impegnato nell’insegnamento della lingua e della letteratura francese e italiana a tutti i livelli, oltre a tenere corsi nell’ambito degli Studi Mediterranei.
Attualmente, la sua ricerca si concentra su due aree tematiche principali:
- Gli usi simbolici della cultura e del paesaggio mediterraneo nelle scrittrici francofone.
- La femminilità nella letteratura, nell’arte e nella filosofia del primo Barocco nel Sud Italia e nel Sud della Francia.
Napoli Barocca: Corpi, Metafore e Eredità Culturale
Questo volume offre un’introduzione interdisciplinare al Barocco napoletano attraverso interpretazioni originali e approfondite dei capolavori fondamentali dell’arte, della letteratura, della filosofia e del teatro partenopeo.
Il libro presenta la città di Napoli come uno spazio culturale unico, in cui il corpo funge da potente metafora visiva, letteraria e urbana. Attraverso l’analisi delle opere di figure di fama mondiale come Giordano Bruno, Caravaggio, Giambattista Basile, Silvio Fiorillo e Raimondo di Sangro, Principe di San Severo, i saggi contenuti nel volume dimostrano il contributo di questi autori all’immaginario barocco di Napoli, evidenziando al contempo l’impatto profondo che la città ebbe sulla loro stessa produzione artistica.
Infine, il volume stimola una riflessione sulla presenza duratura e sulla rinascita attuale del Barocco napoletano. Lo fa esaminando la cultura contemporanea e l’adattamento cinematografico di opere barocche, come nel caso di Il racconto dei racconti (Tale of Tales) di Matteo Garrone, a dimostrazione di come quell’eredità continui a influenzare la creatività moderna.
Fonte : PositanoNews.it