Vico Equense Ticciano regina delle feste e sagre rurali “La festa dei sapori contadini” con Antonino Cannavacciuolo anche la carne di capra di Zio Claudio

8 Agosto 2025

Ticciano, sulle colline di Vico Equense, si tiene la Festa dei Sapori Contadini il 10 e 11 agosto 2025. Si tratta di un appuntamento consolidato (dal 1999) che propone ricette contadine autentiche, carne di capra alla ticcianese, caponata e vini locali, tra musica popolare e intrattenimento dal vivo

E’ periodo di feste rurali, fra sagre, manifestazioni, o semplicemente “feste”, l’estate , sopratutto in Penisola Sorrentina e Costiera amalfitana, sulla zona dei Monti della costa di Sorrento e Amalfi, si esalta non solo il mare, ma i valori contadini, oggi rivalorizzati, giustamente, anche se speriamo non solo a parole. Fra queste la regina in questi giorni sta a Vico Equense  “La festa dei sapori contadini “, che già da anni sta facendo un percorso di crescita cultural enogastronomica (con la scoperta fra l’altro dell’uva di sabato, un clone dell’aglianico locale, la specialità della carne di capre etc percorsi che Positanonews sta seguendo da svariati anni).

Oggi abbiamo una new entry con l’ottima pizzeria ristorante di Zio Claudio moianese doc che dopo il successo nel Lazio e’ tornato a casa. Qui potete assaggiare un’ottima amatriciana, mentre la pizza e’ straordinaria ma c’e’ di più ” Faremo la carne di capra per i nostri ospiti, con una ricetta particolarmente gustosa”, ci rivela Claudio.

Qui abbiamo sempre  un ospite d’eccezione, il ticcianese Antonino Cannavacciulo il pluristellato Michelin torna sempre a casa in questi giorni.

Tanti piatti come la capra alla ticcianese, piatto della salute con pomodori cuore di bue e provolone del monaco e tante altre bontà a km zero, rigorosamente ispirate alla tradizione contadina del posto, accompagnate da vino e musica dal vivo. Lo chef più amato d’Italia Antonino Cannavacciuolo, originario della frazione di Ticciano, parteciperà come sempre, salvo imprevisti. “Dimenticare Ticciano, – si legge sul nuovo sito dello chef – la piccola frazione di Vico Equense in cui sono nato, sarebbe dimenticare chi sono.” Cannavacciuolo, dopo aver creato con la moglie il ristorante stellato Villa Crespi sul Lago d’Orta, è diventato popolarissimo grazie alle trasmissioni tv Cucine da incubo e Masterchef 5. Così popolare da aver portato allo stadio Olimpico di Roma uno show formativo a cui sono accorsi centinaia di fan e ragazzi che vorrebbero seguirne le orme e che si accostano a lui come fosse una star. Tra i ricordi dello chef, oltre alle giornate al mare, le gite spensierate in motorino fino a Castellammare con gli amici e la pesca subacquea con il padre, ciò che gli manca di più è la sagra di Ticciano

Per lo  Chef, non è cambiato il suo rapporto con Vico Equense da quando ha raggiunto il successo mediatico «Sinceramente no. Quando sono a Vico torno con i piedi per terra, ridivento il Tonino andato via 20 anni fa. Quando sono qui sembra che 20 anni non siano mai passati», ha detto. Chi è stato il pioniere della Vico gourmet? «Gabriele Cuomo, anche la famiglia Della Mura della Pizza a Metro. Poi anche persone come mio padre Andrea e Giosuè Maresca, suo collega e mio professore all’alberghiero. A Vico la gente ha il culto del mangiare. Va a cercare il meglio. Il supermercato è una bestemmia». Lei è il modello di tanti giovani che vogliono intraprendere la professione di chef. Quale errore non devono commettere? «Di pensare solo ai soldi. Io all’inizio ho autofinanziato le mie esperienze». Girano indiscrezioni sul prossimo format televisivo che la vedrà protagonista. Può anticipare qualcosa? «Il primo provino verrà girato a fine mese. Metterò insieme le mie due grandi passioni: la cucina e la pesca». Ticciano, è una delle tredici frazioni di Vico Equense. Cosa ha di originale? «È una grande famiglia, ci conosciamo tutti. Alla fine se hai un mal di testa ci sono 499 che ti danno una mano». Suo padre ha insegnato all’alberghiero di Vico. Quanto gli deve? «Mi ha dato molto non tanto come professore ma per la cultura del cibo. Il novanta per cento di quello che mangia lo produce lui». .La «Festa dei sapori contadini», da anni un appuntamento fisso a Ticciano, frazione collinare di Vico Equense, avrà un ospite d’onore d’eccezione. Anzi più che un ospite un padrone di casa visto che Antonino Cannavacciuolo, lo chef più popolare d’Italia, ha trascorso lì gran parte della sua giovinezza, prima di “espatriare” al Nord. Cannavacciuolo sarà presente il primo giorno, domani 10 agosto, mentre la manifestazione proseguirà fino a sabato 13. Chef, è cambiato il suo rapporto con Vico Equense da quando ha raggiunto il successo mediatico? «Sinceramente no. Quando sono a Vico torno con i piedi per terra, ridivento il Tonino andato via 20 anni fa. Qui mi rilasso, sto con gli amici. Oggi (ieri, ndr), per esempio, ci siamo divertiti a cucinare con Giorgio (Scarselli, ndr) al Bikini. Quando sono qui sembra che 20 anni non siano mai passati». Chi è stato il pioniere della Vico gourmet? «Gabriele Cuomo, anche la famiglia Della Mura della Pizza a Metro. Poi anche persone come mio padre Andrea e Giosuè Maresca, suo collega e mio professore all’alberghiero. A Vico la gente ha il culto del mangiare. Va a cercare il meglio. Il supermercato è una bestemmia». Le piacerebbe un giorno aprire un ristorante nel suo paese d’origine? «Diciamo più in generale a Napoli e al Sud. Per ora non riuscirei a reggere, perché non riuscirei a garantire una presenza continua. Al Nord, invece, si guarda più al nome, al brand. Comunque, mai dire mai». Lei è il modello di tanti giovani che vogliono intraprendere la professione di chef. Quale errore non devono commettere? «Di pensare solo ai soldi. Io all’inizio ho autofinanziato le mie esperienze». «Mi piaceva partecipare alle sagre e organizzare falò sulla spiaggia. Adoravo la festa della pannocchia a Santa Maria del Castello, a Vico Equense, un evento che durava cinque giorni, che oggi non esiste più, dove andavo insieme agli amici. Aspettavo con ansia questa manifestazione e cercavo di arrivare sempre per primo. Non ho mai amato, invece, andare a ballare in discoteca. Ho sempre preferito gli eventi gastronomici o le passeggiate in riva al mare piuttosto che recarmi in un locale con musica assordante». E i falò? «Li organizzavamo nelle spiagge di Seiano e Meta, sempre in costiera sorrentina. Ovviamente non mancava mai la grigliata di pesce o di carne, il cocomero, il vino. Come non facevamo mai a meno della musica e dei fuochi d’artificio. Mia moglie dice sempre: A Napoli c’è sempre un motivo per sparare i fuochi o per mangiare. E ha ragione». Ha una canzone che le ricorda l’estate? «Quelle di Pino Daniele. Mi fanno venire in mente i momenti estivi e non solo. Quando sono a Novara mi piace ascoltare Napul’è, mi ricorda la mia terra. Credo che la musica sia importante, nella vita e nel lavoro. Noi, al nostro ristorante, in cucina mettiamo un sottofondo musicale soprattutto nella fase di preparazione: chi ascolta musica è felice, chi è felice lavora meglio». Il caldo influisce sul suo modo di cucinare? «Certo, in questi periodi mi oriento sulle pietanze fredde, crude, tiepide, sui prodotti acidi. Scelgo pomodori, limoni, cetrioli; cerco la parte agro abbinandola a latticini oppure a una frutta. Uso prodotti di stagione. Mi diverto nell’inventare accostamenti come, ad esempio, crostacei con cocomero».  Qual è l’appuntamento estivo a cui non potrebbe mai mancare? «La sagra dei sapori contadini di Ticciano, frazione di Vico Equense in cui sono cresciuto. Da bambino la vivevo con ammirazione: vedere tante persone che arrivavano nel mio piccolo borgo mi riempiva di gioia. Oggi rappresenta un momento per incontrare amici storici con cui scherzare e cucinare». Abbiamo estrapolato alcune sue frasi, poi un pensiero caro va a Giosue’ Maresca un suo maestro, quelli che lo prendeva a paccheri, una vita difficile, ora sta in Ucraina, ma non si arrende mai e neanche in guerra si fa mancare il maiale e il formaggio di Arola  . C’e’ tanta storia e tanta dignita’ in queste contrade delle colline vicane, tanta bella roba.

Fonte : PositanoNews.it

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