
Domani è il Primo Maggio, la Festa dei Lavoratori, una giornata che non può e non deve ridursi a semplici celebrazioni o parole di circostanza. È il momento in cui il pensiero va a chi, lavorando, ha perso la vita. Come mio padre Bartolo, a Positano, in Costiera Amalfitana, per un ictus che lo ha colpito proprio mentre stava lavorando trasportando duri pesi nelle scale di Fornillo, non lo dimenticheremo mai. Ma il mio pensiero va a tutti i lavoratori e lavoratrici. Come tanti altri uomini e donne che ogni giorno affrontano turni massacranti e fatiche immense, spesso invisibili, per sostenere le proprie famiglie.
Nel mondo del turismo, che è il cuore pulsante della nostra terra, migliaia di persone lavorano senza sosta. Camerieri, cuochi, addetti alle pulizie, autisti, guide turistiche: una catena di figure essenziali che, troppo spesso, ricevono meno di quanto meritino, soprattutto se si guarda agli enormi profitti di alcune grandi aziende del settore.
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha recentemente sottolineato come le retribuzioni non siano ancora all’altezza dell’impegno e del contributo reale dei lavoratori. Parole che risuonano con forza in un Paese dove la dignità del lavoro dovrebbe essere un pilastro, non un’eccezione.
Oggi più che mai, il Primo Maggio deve essere un momento di riflessione. Per ricordare chi non c’è più. Per onorare chi continua, giorno dopo giorno, a fare sacrifici spesso taciuti. E per pretendere un futuro in cui il lavoro significhi sempre dignità, sicurezza e giusta retribuzione.
Fonte : PositanoNews.it