
Piano di Sorrento ( Napoli ) L’arancia bionda sorrentina, lo scrigno prezioso che rappresenta più…
Piano di Sorrento ( Napoli ) L’arancia bionda sorrentina, lo scrigno prezioso che rappresenta più di tutti gli altri prodotti sorrentini la nostra storia, la rete di relazioni internazionali, la biodiversità, la resilienza degli agrumicoltori che hanno reso il paesaggio della penisola sorrentina unico al mondo è stata al centro oggi del Mercato della Terra con Slow Food, in collaborazione con l’associazione Cuochi della Penisola Sorrentina.
L’appuntamento è stato al mercato ortofrutticolo di Piano di Sorrento, in Piazza della Repubblica, dove è piacevole passeggiare fra i tanti produttori che vengono non solo dalla Penisola sorrentina, ma anche da tante aree della Campania, provincia di Salerno, Avellino, Benevento , Caserta, sempre Slow ovviamente, e quindi interessanti , che Positanonews segue di consueto .
Nell’Area Slow Food Educa si è tenuta una stupenda iniziativa dedicata ai più piccoli per raccontare la storia dei giardini custodi dell’Arancio biondo sorrentino varietà minacciata dall’estinzione. Non è solo la trasformazione urbanistica, qui tutti appena possono fanno interventi edilizi o trasformazione in parcheggi, il pericolo. C’è anche un intervento agricolo come ci spiega il presidente dello Slow Food “Per esempio è più conveniente trasformare la produzione solo in limoni, ma così si porta a far scomparire l’arancia” . Insomma la biodiversità, un pricinpio importante , sopratutto in zone come le nostre , protette fra l’altro anche per il Parco dei Monti Lattari, ma non solo, è a rischio. Presente anche l’assessore Antonella Arnese con i bambini delle elementari carottesi “Abbiamo voluto coinvolgere i bambini che volontariamente hanno partecipato, non troppi purtroppo per le norme del Covid tuttora vigenti, ma abbiamo avuto un bel riscontro e tanto entusiasmo” . La Vicepresidente dell’Associazione Italiana Architettura del Paesaggio Arch. Giulia de Angelis ci ha accompagnato alla scoperta dell’unicità mondiale rappresentata dal pergolato sorrentino e del ruolo che riveste per tutti. Per far scoprire ai piccoli il lavoro dei contadini, i segreti della coltivazione e della biodiversità c’è stato il produttore Vincenzo Astarita che ha fatto un interessante percorso storico e ha invitato a scoprire la differenze enormi fra il succo d’arancia dei contadini con quelli industriali, abissale, anche in principi attivi. L’Associazione Cuochi Penisola sorrentina rappresentata da Giusi Aversa insieme ai cuochi dell’Alleanza di Slow Food hanno fatto degustare la dolcezza dell’arancia bionda sorrentina, non solo Giusy ha spiegato anche alcuni segreti sui dolci ,e chi meglio di lei poteva farlo, anche da Massa Lubrense abbiamo sentito Amalia Mazzola, del ristorante La Torre “Crediamo molto in queste iniziative, qualità e legame con la terra sono fondamentali, da sempre ci sentiamo di appartenere alla filosofia Slow ” La mattinata è terminata con il gioco dello Spremuta Day destinato esclusivamente ai più piccoli.
L’arancia bionda sorrentina nell’Arca del Gusto di Slow Food
Assieme al limone anche l’arancio rappresenta per la penisola sorrentina una tradizionale coltivazione, che pare risalire addirittura al 1300. L’agrumicoltura ha rappresentato una fonte di reddito importante, tanto da portare gli agrumi sorrentini sui principali mercati anche europei. Nel corso dei secoli però ci sono state fasi alterne, legate soprattutto a variabili economiche, che hanno spinto i coltivatori ad abbandonare una coltivazione in favore dell’altra e viceversa.
L’arancio biondo si coltiva secondo una tecnica che prevede l’impiego di pergolati, ovvero delle impalcature di legno (spesso si usa quello di castagno proveniente dal Cilento) di circa 7 metri di altezza. Sopra a questi pergolati vengono sistemate delle stuoie di paglia (le pagliarelle) che fanno da coperture e possono essere sostituite, o affiancate, da reti e frangivento. Grazie a queste strutture, gli aranceti della penisola sorrentina sono protetti sia dal vento che dal freddo; inoltre, i pergolati ritardono la maturazione dell’agrume. La raccolta inizia nel mese di maggio e si protrae fino ai primi di agosto.
L’arancia bionda di Sorrento è un agrume che si caratterizza per la buccia abbastanza spessa, dalla forte presenza di semi, un calibro elevato ed una polpa molto succosa. Il succo di questa arancia era una delle bevande offerte dai caratteristici chioschi di acquafrescai napoletani. Dalla macerazione delle arance bionde di Sorrento si ottiene uno sciroppo ricco di aromi e profumi. Inoltre, le arance vengono usate per le canditure e per realizzare i follovielli, dei fagottini di uvetta e canditi avvolti nelle foglie di arancio.
Fino agli anni Cinquanta, seppur con qualche difficoltà, la presenza anche nei mercati esteri dell’arancia bionda era consistente. L’agrumicoltura sorrentina comincia a subire le prime battute d’arresto nel momento in cui il settore turistico ha iniziato ad espandersi sempre più, assorbendo sia manodopera che terreni a questo settore.
Quali sono le caratteristiche delle arance di Sorrento?
Per raccontare un frutto come l’arancia bionda sorrentina, occorre naturalmente partire dall’albero: la pianta in questione è il “Biondo Sorrentino”, una cultivar che si affianca ad un altro agrume sempre molto diffuso in zona, il “Biondo Equense”.
L’arancia del Biondo Sorrentino è un frutto da tavola, significa cioè che è ideale da consumare fresca a spicchi. Ovviamente è ottima anche per preparare marmellate, spremute e centrifugati.
Sono due i principali motivi per i quali questi agrumi sono apprezzati da moltissimi estimatori: i frutti sono “generosi” di spicchi e il loro sapore è particolarmente dolce.
Trovandovi a sbucciare un’arancia bionda di Sorrento troverete che il frutto è di grandi dimensioni, la buccia è spessa, gli spicchi presentano molti semi.
I follovielli: canditi di arance di Sorrento
Laddove c’è abbondanza di un prodotto è facile che vi sia una ricetta tradizionale che lo mette al centro degli ingredienti principali: così è anche a Sorrento e nei paesi limitrofi, dove le arance della mamma non soltanto sono mangiate sbucciate o spremute, ma sono usate anche per ottenere liquori, sciroppi e dolci.
Una tipicità culinaria (molto regalata proprio durante le feste natalizie) sono i “follovielli”.
Si tratta di canditi ottenuti da arance bionde e uva, avvolti nelle foglie di arancio come in un pacchetto regalo.
Belli a vedersi, profumati e molto gustosi, sono anche facili da realizzare. Occorre per prima cosa candire le scorze di arancia (caramellandole in uno sciroppo di acqua e zucchero).
Poi occorre bollire i chicchi di uva nel vino. Uva e canditi, una volta pronti, vanno chiusi nelle foglie di arancio, legate da uno spago o dalla rafia.
Infine, i follovielli vanno fatti riposare a temperatura moderata in forno, perché si asciughino.
L’idea in cucina: maiale alle arance
Una ricetta molto invitante ha la carne di maiale come coprotagonista: questo secondo piatto, né costoso né complesso, ha il pregio di essere molto appetitoso e dal sapore raffinato. La preparazione prevede questi ingredienti:
lombata di maiale e molte arance
1/2 bicchiere di olio di oliva
sale e pepe
La lombata, salata e pepata a piacere, viene fatta rosolare in tegame con l’olio, dopodiché occorre aggiungere molto succo di arance spremute (tale da coprire il maiale e riempire il tegame); in alcune varianti si aggiungono anche i pezzetti di buccia. La carne viene fatta cuocere a fiamma bassissima per circa un’ora a tegame coperto.
Sorrento: una festa per le arance bionde
Per omaggiare questi deliziosi frutti endemici, ogni anno a febbraio è organizzata una giornata speciale dal titolo eloquente: “Spremuta Day”.
La festa è organizzata periodicamente con l’ausilio di Slow Food.
Il periodo di fine inverno non è casuale, in quanto febbraio rappresenta il mese di massima maturazione del frutto e, quindi, di massima raccolta delle arance. Quest’anno, però, la giornata è anticipata da un’altra iniziativa che coinvolge le piante del verde urbano.
Si tratta del “SorrentoOrangeWeek”, che promuove la raccolta delle arance dagli alberi appartenenti al verde pubblico nel corso del mese di dicembre e di gennaio.
Le arance “pubbliche”, invece di essere smaltite come scarto della potatura, saranno destinate ad aziende locali che le trasformeranno in prodotti gastronomici.
Il ricavato della vendita sarà investito per comperare nuovi aranci da mettere a dimora nelle aree pubbliche.
Fonte : PositanoNews.it