Peppino Pagano: la visione del Cilento che unisce tradizione, ospitalità e innovazione

20 Agosto 2025

“Quando non c’è nulla, puoi fare qualsiasi cosa”. È con questa frase che Peppino Pagano ama riassumere la sua filosofia di vita e di lavoro. Una visione semplice, ma rivoluzionaria, che lo ha portato a trasformare un territorio spesso dimenticato – quello di Paestum e del Cilento – in un laboratorio di ospitalità, agricoltura e vino che oggi fa scuola.
Il legame di Pagano con la terra nasce presto, da bambino, quando aiutava il padre tra i filari e pestava l’uva prima di andare a scuola. Un legame che sembrò interrompersi bruscamente quando la famiglia dovette abbandonare l’attività agricola. In realtà, quella fu solo una pausa. Negli anni ’80, tornato a casa, Peppino si lanciò nel mondo dell’hotellerie acquistando l’Hotel Schumann. La sfida era convincere i clienti stranieri, diffidenti verso la nuova gestione. Una determinazione che lo porterà poi a gestire l’Esplanade e, soprattutto, a realizzare il Savoy Beach Hotel, un progetto visionario costruito pezzo dopo pezzo, senza compromessi.
Il ritorno alla terra avvenne quasi per caso, durante un viaggio in Toscana alla ricerca di etichette da proporre nei suoi alberghi. Lì, passeggiando tra le vigne, riaffiorarono ricordi e passioni mai sopite ed in quel momento capì che il vino non poteva mancare nella sua vita. Da quell’intuizione nacque l’azienda agricola San Salvatore 1988, che oggi produce vini biologici nel cuore del Cilento.
Non solo vigneti: Pagano ha voluto costruire un sistema integrato. Ai campi e alla cantina ha affiancato l’allevamento di bufali, da cui nascono mozzarella, yogurt e altri prodotti caseari. Persino gli scarti diventano risorsa, grazie a un impianto che trasforma i reflui animali in energia pulita.
Il passo più coraggioso è stata la scelta del biologico, in memoria del padre e come atto di responsabilità verso la terra. Da qui nascono etichette che raccontano il Cilento con nomi ispirati alla storia e alla tradizione locale: l’Elea, elegante Greco riserva; il Jungano, Aglianico intenso; il Cecerale, un Fiano delicato. E poi il gioiello di famiglia: Omaggio a Gillo Dorfles, un Aglianico Riserva ottenuto da un raro clone autoctono e impreziosito da etichette dipinte a mano dal celebre artista.
Dalle difficoltà burocratiche alle sfide dei mercati internazionali, Pagano ha sempre seguito un unico principio: non arrendersi. Ogni progetto – un hotel, una vigna, un ristorante – è stato costruito con lo stesso spirito con cui da ragazzo pestava l’uva: con passione e ostinazione.
Oggi San Salvatore 1988 non è solo un’azienda, ma un manifesto del “fare impresa” nel Sud: un luogo dove natura, storia e innovazione si incontrano, dimostrando che anche da un territorio apparentemente vuoto può nascere un futuro ricco di possibilità.

Fonte : PositanoNews.it

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