
l 1° ottobre è la Giornata mondiale del Caffè, immancabile nella tradizione Occidentale.
Ma il suo consumo è da limitare? O da evitare? Quali sono i benefici della caffeina? E cosa si può scegliere, in alternativa al caffè? A queste domande risponde il dott. Massimo Spattini, autore del volume “Le 3 chiavi della longevità” (Edizioni Lswr)
Caffeina: benefici e controindicazioni
La caffeina, attraverso una serie di complessi meccanismi cellulari, incrementa la forza di contrazione muscolare anche a basse frequenze di stimolazione.
Favorisce l’aumento della lipolisi e il risparmio di glicogeno muscolare, grazie all’incremento dell’ossidazione degli acidi grassi liberi.
Inoltre, migliora il flusso coronarico (maggiore apporto di sangue al cuore), la gittata cardiaca (maggiore apporto di sangue ai tessuti) e la pressione arteriosa sistolica. Attraversando rapidamente la barriera ematoencefalica, la caffeina e i suoi metaboliti aumentano l’eccitabilità neuronale e facilitano il reclutamento dei motoneuroni, agevolando così la trasmissione del segnale tra sistema nervoso centrale e periferico. Tuttavia, la caffeina presenta anche degli svantaggi.
Infatti, aumenta la produzione di cortisolo e adrenalina: 200 mg (pari a circa due tazzine di caffè) possono innalzare i livelli di cortisolo entro un’ora e mantenerli elevati per tutto il giorno. Nei soggetti che metabolizzano lentamente la caffeina, ciò può compromettere la qualità del sonno, determinando un ulteriore aumento notturno del cortisolo.
Livelli cronicamente alti di questo ormone hanno effetti catabolici a livello muscolare, favoriscono la resistenza insulinica e ostacolano il dimagrimento.
Per questi motivi, la caffeina è un’arma a doppio taglio: può essere utile in giornate particolarmente impegnative per sostenere la performance fisica o mentale, ma non è consigliata nei soggetti predisposti a stress cronico o con elevata produzione di cortisolo.
Caffè: pro e contro
Il consumo di caffè è profondamente radicato nello stile di vita della maggior parte della popolazione occidentale e non solo. Gli studi sugli effetti del caffè risultano spesso contraddittori. Da un lato, la caffeina contenuta nel caffè può ridurre la sensibilità insulinica e aumentare i livelli di cortisolo, predisponendo a ipertensione e resistenza insulinica. Dall’altro, numerosi studi evidenziano i benefici del caffè grazie al suo contenuto di antiossidanti: il consumo regolare (ovviamente senza zucchero) è associato a una riduzione del rischio di diabete di tipo 2 fino al 35%. Uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine ha dimostrato che bere 2-3 tazze di caffè al giorno riduce il rischio di mortalità del 10% negli uomini e del 13% nelle donne. Per molte persone, infatti, il caffè rappresenta la principale fonte quotidiana di antiossidanti.
Gli effetti del caffè, tuttavia, dipendono molto dal metabolismo individuale della caffeina, che avviene nel fegato ed è influenzato da varianti genetiche.
Circa metà della popolazione presenta un metabolismo lento della caffeina: in questi soggetti il consumo può causare nervosismo, agitazione, insonnia, aumento della pressione arteriosa, peggioramento della sindrome premestruale, maggior rischio di aborto e difficoltà nella disintossicazione da farmaci e sostanze tossiche.
In sintesi, il caffè può avere effetti benefici o negativi a seconda della genetica individuale, delle condizioni di salute e della quantità consumata.
Un’alternativa al caffè: il tè verde
Il tè verde rappresenta una valida alternativa al caffè. Le sue proprietà derivano soprattutto dalla presenza di polifenoli e catechine, che interagiscono con il sistema nervoso simpatico stimolando la termogenesi e la lipolisi. Inoltre, il tè verde sembra inibire parzialmente le lipasi intestinali, riducendo la digestione e l’assorbimento dei grassi. L’effetto del tè verde non dipende solo dalla caffeina in esso contenuta, ma anche dalla combinazione con catechine e teanina. Quest’ultima, un aminoacido presente in quantità significative, contrasta l’aumento di cortisolo indotto dalla caffeina, rendendo il tè verde una bevanda stimolante ma al tempo stesso equilibrata. Il tè verde può essere assunto come bevanda, ma le concentrazioni di principi attivi variano molto in base al tipo di tè e al tempo di infusione. Per un effetto più costante, una soluzione può essere l’assunzione di capsule di estratto standardizzato.
Il futuro del caffè tra sostenibilità e cambiamento climatico
“In Brasile, primo produttore globale di caffè, la situazione attuale è particolarmente allarmante – scrive Michele Oliva nel saggio dal titolo Il futuro del caffè. Insidie del cambiamento climatico e prospettive sostenibili – condizioni di estrema siccità durante la stagione delle piogge, tra ottobre del 2020 e marzo del 2021, seguite da un’inaspettata gelata nel giugno-luglio del 2021, hanno messo in ginocchio l’intero settore del caffè, causando un repentino aumento del prezzo di Arabica. Anche in Africa il quadro non è confortante. In base a uno studio condotto nel 2017, l’Etiopia, il terzo produttore di Arabica a livello mondiale, potrebbe perdere entro fine secolo dal 39 al 59 per cento delle aree attualmente destinate alla crescita del caffè a causa del progressivo aumento della temperatura e della diminuzione della frequenza di piogge. Le ripercussioni a livello economico e sociale per quel Paese sarebbero devastanti, tenendo in considerazione che in Etiopia lavorano nella filiera del caffè circa 15 milioni di persone.
Fonte : PositanoNews.it