Massa Lubrense celebra San Francesco di Paola: arte, fede e tradizione nella Chiesa della Madonna della Salute

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3 Maggio 2025

di Lucio Esposito e Sara Ciocio – Positano News

Un incontro culturale con il prof. Stefano De Mieri inaugura le giornate dedicate al compatrono della città.

Nel cuore delle celebrazioni in onore di San Francesco di Paola, compatrono di Massa Lubrense, venerdì 2 maggio si è tenuto un appuntamento di particolare rilievo presso la Chiesa della Madonna della Salute, retta dai Padri Minimi: un incontro culturale a cura del prof. Stefano De Mieri, docente dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, dedicato al racconto e alla valorizzazione del patrimonio artistico del Convento di San Francesco di Paola.

L’iniziativa, inserita nel programma ufficiale della festa, ha rappresentato un’occasione preziosa per riscoprire la ricchezza storica e artistica che caratterizza il complesso religioso dei Minimi a Massa Lubrense. Attraverso parole colte e coinvolgenti, il professor De Mieri ha guidato i presenti in un viaggio nel tempo tra opere d’arte, simboli religiosi e testimonianze di devozione popolare che raccontano secoli di spiritualità e cultura.

L’incontro è stato preceduto dalla Santa Messa delle 19:30, celebrata nel contesto della Giornata del Terz’Ordine dei Minimi, durante la quale alcuni fedeli hanno rinnovato la propria professione di fede secondo la spiritualità francescana dei Minimi, testimoniando l’attualità del messaggio del Santo di Paola: mettere Dio al primo posto e spalancare le porte del cuore a Cristo.

Le celebrazioni continueranno nei giorni successivi con momenti liturgici, eventi per la comunità e la tradizionale processione con il simulacro del Santo domenica 4 maggio, che attraverserà le vie principali del paese. Ad accompagnare il corteo, la banda musicale Città di Massa Lubrense, mentre le strade saranno illuminate dalle luminarie a cura della ditta Donnarumma di Pimonte.

I festeggiamenti si concluderanno lunedì 5 maggio con la Santa Messa di ringraziamento presieduta da Mons. Francesco Alfano, arcivescovo di Sorrento-Castellammare di Stabia, suggellando una settimana di intensa partecipazione religiosa e civile, nel segno della devozione al Santo taumaturgo calabrese.

Pompei, Massalubrense e l’arte che racconta la storia: l’eccellenza del prof. Stefano De Mieri

Non è una vera intervista, ma un incontro ricco di spunti e riflessioni quello che abbiamo avuto con il prof. Stefano De Mieri, protagonista in questi mesi di una scoperta che ha fatto il giro del mondo. Originario di questi territori e formatosi anche grazie a essi, De Mieri è oggi al centro dell’attenzione della comunità scientifica internazionale per aver individuato a Pompei un dipinto scomparso da secoli, un capolavoro ritrovato che oggi è esposto ai Musei Vaticani.

«La scoperta – ci racconta – doveva rimanere riservata fino all’apertura ufficiale della sala. Non fu proprio piacevole che la notizia trapelasse prima, ma alla fine non fu detto nulla di preciso». Un dettaglio che non scalfisce l’importanza del ritrovamento né il prestigio del lavoro compiuto. L’opera, oggi restaurata, sarà ospitata nel futuro Museo Diocesano di Pompei, ora in fase di allestimento.

Durante una conferenza a Massa Lubrense, De Mieri ha acceso i riflettori su un altro scrigno d’arte quasi sconosciuto: la chiesa di Santa Maria della Sanità (o della Salute) e quella di San Francesco di Paola. «Opere d’arte dal pavimento alle tele», racconta con entusiasmo, «alcuni dipinti sono attribuibili a nomi di primo piano come Girolamo Imperato, pittore napoletano di fine Cinquecento». Una testimonianza che sottolinea come anche in zone periferiche dell’area sorrentina vi fossero committenze colte e ricche, capaci di attrarre artisti del calibro di Imperato.

Emerge, così, un’immagine del territorio massese come fiorente non solo spiritualmente ma anche economicamente tra il Cinque e il Settecento. Famiglie come i Liparulo avevano i mezzi per commissionare opere importanti, e l’arte diventava così anche un segno tangibile della ricchezza e della centralità ecclesiastica del luogo. «Un altare – precisa De Mieri – era costosissimo. Dove non c’erano risorse, non arrivavano opere di quel livello».

Il viaggio continua verso la chiesa della Trinità a Piano di Sorrento, uno dei rari esempi in zona con opere provenienti non da Napoli, ma da Venezia e Roma. Qui spiccano nomi come Lavinia Fontana, Leandro Bassano e persino l’ottocentesco Giuseppe Mancinelli. Una rarità, spiega il professore, che si deve a particolari relazioni economiche e familiari tra i Pontecorvo e la Laguna.

L’arte, dunque, come chiave per leggere la società del passato, le sue economie, le sue connessioni, le sue spinte spirituali. «Il Seicento – riflette De Mieri – è un secolo sofferente, in cui l’animo si rivolge a Cristo e alla fede, segno di una società in cerca di consolazione e salvezza».

Chiudiamo questo piacevole scambio con l’invito al prof. De Mieri a visitare nuovamente il Museo Correale di Sorrento, recentemente rinnovato, e da sempre luogo caro alla nostra redazione. Perché l’arte, come ci insegna il professore, è finestra e specchio insieme: racconta ciò che eravamo e illumina ciò che ancora potremmo essere.

Professore, grazie per la pazienza e per il vostro prezioso contributo alla conoscenza del nostro patrimonio.




Generico maggio 2025





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Fonte : PositanoNews.it

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