
La Transumanza, Patrimonio UNESCO e Festa a Picerno: Un Viaggio nella Sostenibilità Antica
PICERNO, Basilicata – La transumanza, l’antica pratica della migrazione stagionale del bestiame, è molto più di un semplice spostamento di animali: è un rituale millenario che l’UNESCO ha riconosciuto come Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Un undicesimo riconoscimento per l’Italia che ne sottolinea il valore culturale, storico e, non da ultimo, di sostenibilità ambientale. La nostra redazione Cultura è stata a Picerno, nel cuore della Basilicata, per vivere da vicino questo evento e raccontarvi scene e retroscena di una pratica che oggi è tornata al centro del dibattito su un’agricoltura a pieno titolo sostenibile.
Qui a Picerno, la transumanza si trasforma in una vera e propria festa. Gli alpeggi dei Monti Li Foj diventano la dimora estiva per le pecore e, in particolare, per i bovini di razza podolica, un simbolo della biodiversità e della qualità dei prodotti locali. Lo spostamento da valle a monte, e viceversa con la ridiscesa, non è solo un evento agricolo ma un momento di celebrazione per l’intero paese, che accoglie i pastori e le loro mandrie con entusiasmo.
Il tratturo, il sentiero battuto dagli zoccoli degli animali per secoli, è tracciato seguendo regole precise che rispettano le esigenze della mandria. L’acqua, elemento primario, guida il percorso per garantire l’abbeverata del bestiame. I sentieri non sono mai ripidi né pericolosi, privilegiando la sicurezza e il benessere degli animali. In questa sinfonia di priorità, la natura è la vera protagonista, dettando i ritmi e le condizioni di un viaggio che si adatta al paesaggio, alla meteorologia e alle necessità del gregge.
Vivere la transumanza a Picerno significa immergersi in un passato che è ancora presente, un esempio tangibile di come le tradizioni possano essere custodite e valorizzate non solo come memoria storica, ma come modello pratico di gestione del territorio e di produzione alimentare rispettosa dell’ambiente e degli animali.
Nel cuore del Vulture-Melfese, a Picerno, la millenaria tradizione della transumanza si rinnova ogni anno grazie all’impegno di allevatori come Matteo Marchetti, titolare di un’azienda zootecnica locale. Un rito antico, riconosciuto come Patrimonio dell’Umanità, che oggi affronta nuove sfide tra la passione per le radici e la necessità di modernità.
L’ultimo tratto della transumanza di quest’anno, che conduce i capi verso gli alpeggi estivi, ha evidenziato sia la bellezza che le difficoltà di questa pratica. “Purtroppo è stato investito un vitellino perché i vigili non hanno fermato le macchine,” ha raccontato Matteo Marchetti, sottolineando l’importanza di un supporto attento lungo i percorsi. La transumanza, con i suoi giorni di viaggio e la cura nel gestire gli animali per evitare salite e discese eccessive, è un’esigenza delle aziende e non solo uno spettacolo, come ribadito anche dalla Coldiretti.
La giornata è stata un vero e proprio momento di festa contadina, culminata con la distribuzione di ceci, ceci e pasta, e un’atmosfera di condivisione che ha coinvolto numerosi partecipanti, molti dei quali giunti da lontano per assistere a questo evento unico.
Giovani Imprenditori e la Battaglia per il “Made in Italy”
Presente all’evento, Carmen, giovane rappresentante di Coldiretti Giovani, ha espresso il suo entusiasmo: “Sono molto entusiasta di questa manifestazione in primis perché è un modo per valorizzare le nostre tradizioni, le nostre radici.” Carmen ha lodato Matteo Marchetti per aver scelto di proseguire l’attività dei suoi genitori con orgoglio e chiarezza, incarnando lo spirito di tanti giovani che “hanno deciso di rimanere nella nostra terra e di continuare ad investire” per pura convinzione e attaccamento alle proprie origini.
L’occasione è stata anche un momento per rilanciare una battaglia cruciale per il settore: la raccolta firme per la petizione “Stop Falso Made in Italy”. “Noi diciamo sì all’origine in etichetta,” ha spiegato Carmen, sottolineando l’importanza di conoscere la provenienza del cibo per tutelare i consumatori, valorizzare le imprese agricole e contrastare i prodotti contraffatti.
La Transumanza di Matteo: Centinaia di Capi tra Montagna e Valle
Matteo Marchetti ha raccontato la sua esperienza, esprimendo gratitudine alla Coldiretti per il supporto costante: “Ringrazio innanzitutto Coldiretti ogni anno che, diciamo, porta avanti, prepara, porta avanti con noi allevatori questa tradizione e ringrazio tutti coloro che sono venuti da lontano, hanno lasciato il loro lavoro per essere qui oggi alla festa della transumanza.”
La sua mandria, composta da circa un centinaio di capi, si sposta in montagna per due o tre mesi tra agosto e settembre, per poi fare ritorno a valle. Il periodo di maggio e giugno è cruciale per la mungitura, finalizzata alla produzione del pregiato caciocavallo, un prodotto simbolo della Basilicata. L’azienda di Marchetti si dedica anche all’allevamento di vitelle, che vengono poi vendute a terzi per la produzione di carne.
Matteo, “figlio d’arte”, ha scelto di seguire le orme familiari dopo aver conseguito un diploma di maturità presso un istituto agrario. Questa formazione gli ha permesso di affrontare la conduzione aziendale con una visione più scientifica e moderna, pur rimanendo fedele ai valori della tradizione. “Non è stata una scelta di ripiego, ma noi abbiamo proprio scelto di fare questo lavoro perché ci crediamo, ci teniamo alle nostre origini, ci teniamo alle nostre tradizioni e le vogliamo portare avanti con orgoglio e fiducia,” ha concluso Matteo, riassumendo la passione che anima tanti giovani agricoltori lucani.
Prisco Lucio Sorbo al Timone di Coldiretti Basilicata: “Un Lavoro per l’Agricoltura e i Nostri Soci”
POTENZA, 27 Maggio 2025 – Prisco Lucio Sorbo è il nuovo direttore della Coldiretti Basilicata. Agronomo di vasta esperienza, sposato e con tre figli, Sorbo si è insediato ufficialmente nelle scorse ore, portando con sé un bagaglio di conoscenze profonde sull’agricoltura italiana e sulle sue dinamiche regionali.
La sua carriera lo ha visto dirigere federazioni Coldiretti in diverse regioni, tra cui Calabria, Toscana, Marche, Campania e Sicilia, oltre a quelle provinciali di Campobasso, Avellino e Bologna. In particolare, il suo periodo in Campania è stato segnato dalla gestione dell’emergenza “Terra dei Fuochi”, dove ha lanciato il primo sistema di controlli sui prodotti agricoli per garantire la sicurezza alimentare e supportare le imprese colpite. Negli ultimi nove anni ha guidato la federazione regionale della Sicilia.
“Sono contento di poter lavorare, in Basilicata, con un gruppo dirigenziale giovane e valoroso”, ha dichiarato Prisco Lucio Sorbo, subentrato a Paolo Giannini. “Sono convinto che faremo un buon lavoro per l’agricoltura della nostra magnifica regione e per i nostri soci.”
Soddisfazione è stata espressa anche dal presidente regionale di Coldiretti Basilicata, Antonio Pessolani: “Nel ringraziare Giannini per l’attività portata avanti in questi due anni, durante i quali le sue azioni sono state importanti e preziose per affrontare i non pochi momenti difficili del comparto agricolo, auguro un buon lavoro al neo direttore Sorbo, una figura importante per Coldiretti, soprattutto per il suo bagaglio di esperienze e competenze.”
La Transumanza: Da Tradizione a Patrimonio da Valorizzare
Durante la sua prima uscita ufficiale, il neo direttore Sorbo ha posto l’accento sulla Transumanza, definendola non una semplice manifestazione, ma un “modo di vita” degli allevatori. “Questi sono momenti di altissimo livello culturale che vanno assolutamente accompagnati,” ha affermato Sorbo. Coldiretti, in collaborazione con il Comune, sostiene da quattro anni gli allevatori che intraprendono questo percorso stagionale.
“La cultura mondiale le ha appiccicato l’etichetta di Patrimonio dell’Umanità, a noi non è sufficiente,” ha dichiarato con forza. “Vogliamo anche una valorizzazione di questo bene perché è un bene che necessita di comprensione.” Sorbo ha descritto la sapienza dei mandriani, capaci di conoscere il tratto, i punti di abbeverata e di calibrare le tappe in base alle condizioni meteorologiche, evitando salite e discese eccessive per non affaticare gli animali. “Lei ha descritto perfettamente quello che qui si fa, ma ripeto, non è uno spettacolo, è un’esigenza delle aziende,” ha sottolineato. L’obiettivo è far comprendere l’importanza di queste fasi di stagionalità, poiché i tempi dell’agricoltura e dell’allevamento sono dettati dalle stagioni, non dall’ansia o dall’affanno.
Il Valore della Basilicata: Terra di Precursori e Opportunità
Nell’intervista, Sorbo ha riflettuto sulla Basilicata, spesso definita in passato la “Cenerentola d’Italia”. Ha invece evidenziato come la regione vanti oggi un primato in termini di quantità di verde e prodotti della terra, grazie alla sua orografia variegata e alla presenza di risorse idriche. “Abbiamo una produzione che va dal grano all’olivo, alla vite,” ha sottolineato.
Il suo compito, come direttore regionale, non è tanto “fomentare”, quanto “far sì che i nostri giovani, i nostri cervelli non vadano via da qua”. Un’altra priorità è promuovere i mercati a chilometro zero, incoraggiando l’acquisto diretto dei prodotti locali, come il caciocavallo, direttamente dal produttore.
L’Importanza dell’Organizzazione e della Valorizzazione del Prodotto
Sorbo ha chiarito la posizione di Coldiretti rispetto alle recenti proteste degli agricoltori, sottolineando che “l’interlocuzione istituzionale si può avere solo se è organizzata”. Ha poi evidenziato l’evoluzione nel settore agricolo, con la crescita di reti e cooperazioni che permettono agli agricoltori di unirsi senza perdere la propria individualità aziendale, per raggiungere mercati più ampi e ottenere prezzi equi.
“Il prezzo dell’olio non lo deve decidere il mercato greco,” ha affermato in modo diretto, riferendosi alla necessità di valorizzare l’olio lucano, per il quale è in fase di discussione l’IGP (Indicazione Geografica Protetta) a Bruxelles. Un olio decisamente speciale, dato che in Basilicata gli ulivi crescono fino a 1100 metri.
La valorizzazione delle produzioni lucane – dalle fragole agli albicocchi, dal pomodoro ai cereali – passa attraverso l’individuazione della provenienza e la sicurezza alimentare. “Dobbiamo farlo comprendere ai consumatori e mettere una bella etichetta chiara nei prodotti al supermercato con l’origine,” ha concluso Sorbo, sottolineando che l’origine non è la lavorazione industriale, ma il processo agricolo che ha portato al prodotto finale.
La visione di Prisco Lucio Sorbo per Coldiretti Basilicata si preannuncia incentrata sulla valorizzazione del territorio, il sostegno ai giovani e l’affermazione di un modello agricolo lucano forte e riconoscibile sui mercati nazionali ed europei.
Chef Emilio Pompeo Incanta a Picerno con i “Cavatelli e Ceci col Peperone Crusco”: Un Inno alla Tradizione Lucana
PICERNO, 27 Maggio 2025 – La grande festa della transumanza a Picerno non è stata solo un inno alla tradizione zootecnica, ma anche un trionfo dei sapori autentici della Basilicata, grazie alla presenza dello Chef Narrante Emilio Pompeo. Con il suo carisma e la sua profonda conoscenza delle radici culinarie, Pompeo ha deliziato i numerosi visitatori con un piatto che è un vero e proprio abbraccio alla storia e al gusto locale.
“La transumanza sono le origini del mondo,” ha esordito lo chef, introducendo la sua creazione per l’evento: cavatelli e ceci col peperone crusco. Una scelta non casuale, che celebra due elementi fondamentali della cucina lucana. “Non abbiamo fatto le lagane, ma i ceci,” ha scherzato Pompeo, sottolineando la centralità di questi ingredienti semplici ma ricchi di storia.
Il piatto, presentato con maestria, ha offerto un’esplosione di sapori che ha conquistato il palato dei presenti, confermando l’assoluta dedizione dello chef alla tradizione.
Emilio Pompeo, che gestisce il suo ristorante a Sant’Angelo le Fratte, all’interno di un meraviglioso palazzo del ‘500 restaurato, Palazzo Giachetti, si è definito “Chef Narrante” per la sua capacità di raccontare il territorio attraverso il cibo. E in questa occasione, la sua narrazione ha trovato un pubblico entusiasta, desideroso di assaporare e comprendere le profonde connessioni tra la tavola e la cultura millenaria della Basilicata.
La sua presenza ha aggiunto un tocco di raffinatezza e autenticità alla festa, consolidando il legame indissolubile tra la tradizione contadina, la qualità dei prodotti e l’eccellenza culinaria della regione.
Fonte : PositanoNews.it