Dalla terra al bicchiere: Podere 676, la birra come arte e passione di vita

By
2 Marzo 2025

Un tesoro nascosto nelle campagne laziali del Maccarese. Una scoperta straordinaria, ettari di verde e natura, coltivazioni e passioni, siamo a Fiumicino, comune diventato autonomo da Roma pieno di risorse culturali e naturali, oltre che enogastronomiche, di grande interesse. Un Podere riscattato, un birrificio che non è un semplice birrifico, ma un’esperienza di vita . Nell’ambito dell’evento Lazio Experience, organizzato da Alfacomunicazione APS, sposato dalla Regione Lazio con il contributo di Arsial; media partner fornelliditalia.it e ilfaroonline.it, si è svolta la giornata dedicata alla scoperta del birrificio artigianale Podere 676, un’eccellenza del territorio che coniuga passione, competenza e qualità. Fondato dai fratelli Omar e Dimitri Genovese, insieme ai cugini Marco e Andrea, il birrificio rappresenta la continuità di una tradizione familiare iniziata negli anni ’50. Ad accoglierci in una splendida giornata azio Experience dove troviamo una bella giornata nelle campagne di Fiumicino e qui troviamo Valerio Granese un masto birraio , che è limitativo chiamare tale, un vero scienziato della birra, grande comunicatore e dotato di forte empatia,  che ci parla di Podere 676 e della sua straordinaria birra artigianale. Podere 676 è un birrificio agricolo vicino Roma. Per arrivarci bisogna prendere la via del litorale nord romano, direzione Fregene, deviazione interna verso Testa di Lepre, la frazione di Fiumicino che negli anni Cinquanta, con i suoi terreni, fu protagonista di un’importante riforma agraria italiana.

Dalla terra al bicchiere: il ruolo dell’orzo e del luppolo

Alla base di ogni birra di qualità ci sono due elementi essenziali: orzo e luppolo. Podere 676 coltiva direttamente queste materie prime, assicurandosi un controllo totale sulla qualità e sulla filiera.

L’orzo, cereale fondamentale per la produzione della birra, viene trasformato in malto attraverso il processo di maltazione, che prevede l’ammollo in acqua, la germinazione e l’essiccazione. Questo passaggio sviluppa gli enzimi necessari per convertire l’amido in zuccheri durante la fase di ammostamento, conferendo alla birra corpo, colore e aromi, variabili in base al grado di essiccazione.

Il luppolo, pianta rampicante che produce coni resinosi contenenti alfa acidi e oli essenziali, è responsabile dell’amaro e del profumo della birra. Podere 676 vanta un luppoleto a km 0, una rarità nel panorama brassicolo italiano, che permette di sperimentare con varietà diverse, creando birre dal profilo aromatico unico, con sfumature che spaziano dagli agrumi alla resina, fino a note floreali e speziate.

Il processo di trasformazione: dall’orzo alla birra

Dopo la raccolta e la lavorazione di orzo e luppolo, si passa alla produzione vera e propria. Il mastro birraio Valerio Granese, guida le fasi fondamentali del processo produttivo: Il malto macinato viene mescolato con acqua calda per estrarre gli zuccheri fermentabili. Il mosto ottenuto viene bollito e arricchito con luppolo, determinando l’amaro e l’aroma. Dopo il raffreddamento, il mosto viene inoculato con lieviti selezionati che trasformano gli zuccheri in alcol e anidride carbonica. La birra riposa per settimane a temperatura controllata per sviluppare aromi complessi. Una volta raggiunto l’equilibrio desiderato, la birra viene confezionata e lasciata affinare prima della distribuzione.

Una giornata tra birra e prodotti a km 0

Oltre alla birra, l’esperienza si è arricchita con un pranzo a base di prodotti a km 0, esaltando ulteriormente i sapori del territorio. Il birrificio Podere 676 promuove un modello di sostenibilità e valorizzazione della cultura agricola locale, elementi perfettamente in linea con la filosofia di Lazio Experience.

Un evento che celebra l’enogastronomia del Lazio

Anche nell’ultima giornata, Lazio Experience ha continuato a a mettere in luce le eccellenze del territorio, offrendo ai visitatori un percorso autentico tra storia, cultura e sapori. La giornata dedicata a Podere 676 ha rappresentato un perfetto connubio tra passione per l’artigianato e desiderio di innovazione, immersi in un verde paradisiaco, dimostrando come il Lazio abbia ancora molto da raccontare attraverso le sue tradizioni enogastronomiche.

 

Podere 676: la storia

E’ negli anni Cinquanta che inizia la storia di questo podere assegnato al nonno Pietro, dall’Ente Maremma, nel 1953, all’epoca della riforma agraria che concedeva ai nullatenenti un lotto di terra e dei casolari. Nel 2020, la svolta con i quattro cugini tutti del marchio di famiglia Genovese che oggi portano avanti 14 ettari di podere di cui sette coltivati, il resto è zona boschiva in cui hanno scelto di attrezzare a zona con tavoli per sedersi e mangiare e bere. Sotto periodo Covid, l’idea era quello di rivisitare tutto hanno piantato 700 piante di luppolo Cascade, ristrutturato il vecchio fienile dove c’è il birrificio, e di lì è partito il progetto. Qui si fa degustazione , ma anche eventi musicali. Ci sono 14 ettari di podere di cui sette coltivati, il resto è zona boschiva in cui hanno scelto di attrezzare a zona con tavoli per sedersi e mangiare e bere. Ne vale davvero la pena

Se vuoi scoprire di più su Podere 676, visita il loro sito ufficiale:https://podere676.com/

Fonte : PositanoNews.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Close
powered by SirenumLandCommunication P.IVA 05464860658 - info@sirenumlandcommunication.it
Close