Archeologia in Campania: L’Università Federico II in prima linea tra Scavi, Ricerca e Studi Internazionali

26 Novembre 2025

Napoli, 25 novembre 2025 – Si prospetta una settimana intensa e ricca di appuntamenti scientifici per l’équipe di Scavi Unina dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. L’impegno sul campo e nella ricerca si sposta nelle aule universitarie con due eventi di rilievo che vedranno la partecipazione di docenti e giovani ricercatori.


“Come Federico opera sul campo”: Focus sulla Ricerca Archeologica Campana

Le giornate di giovedì 27 e venerdì 28 novembre 2025 saranno dedicate all’edizione 2025 di “Come Federico opera sul campo. Scavi e ricerche archeologiche dell’Università degli Studi di Napoli Federico II”. L’incontro, che si terrà presso l’Aula ex Cataloghi Lignei del Complesso di San Pietro Martire, offre una panoramica sulle più recenti attività di scavo e indagine condotte dall’ateneo.

Il gruppo di ricerca parteciperà con contributi focalizzati su aree cruciali della Campania antica:

  • Nuceria Alfaterna: La prof.ssa Bianca Ferrara e Luigia Silvana Russo presenteranno l’intervento: “Il Fondo Campanelli: ipotesi per una rilettura della forma urbis di Nuceria Alfaterna”, proponendo nuove chiavi di lettura per la topografia della città antica.

  • Sicignano degli Alburni: La dottoranda Daniela Capece esporrà i risultati delle sue indagini con il contributo: “Tra Alburni e Vallo di Diano: materiali dalle ricognizioni nell’area di Sicignano degli Alburni”, portando alla luce reperti e dati di ricognizione da un’area meno esplorata.

L’appuntamento è fissato per le ore 9:00 in via Porta di Massa 1.


Un Riconoscimento al Ruolo Femminile nell’Archeologia Europea

La settimana di confronto scientifico culminerà lunedì 1 dicembre 2025 con la Giornata internazionale di studi “Donne e archeologia in Europa nel XX secolo. Il ruolo delle donne nella ricerca e valorizzazione del patrimonio archeologico”.

L’équipe di Scavi Unina prenderà parte a questa importante occasione per riflettere e approfondire il contributo spesso sottovalutato delle figure femminili nello sviluppo dell’archeologia moderna e nella tutela del patrimonio culturale.

Anche questo evento si terrà presso l’Aula ex Cataloghi Lignei del Complesso di San Pietro Martire, con inizio alle ore 9:00.


La serie di impegni sottolinea come l’Università Federico II non solo sia attiva negli scavi in aree come l’Heraion alla foce del Sele e in siti di inestimabile valore come Roscigno, ma mantenga anche un ruolo di primo piano nella diffusione della conoscenza e nel dibattito scientifico internazionale.

Questi momenti di confronto sono essenziali per arricchire il lavoro di campo, validare le ipotesi di ricerca e formare le nuove generazioni di archeologi.

Dagli Alburni al Vallo di Diano: Luci sui Materiali Antichi di Sicignano

Approfondimento Scientifico – Tra i contributi più attesi alla giornata di studi “Come Federico opera sul campo” dell’Università Federico II, spicca l’indagine condotta dalla dottoranda Daniela Capece, che presenterà: “Tra Alburni e Vallo di Diano: materiali dalle ricognizioni nell’area di Sicignano degli Alburni”.

Questo studio getta una nuova luce su un territorio cruciale, storicamente di frontiera e di transito, situato strategicamente tra i monti Alburni e l’estremità settentrionale del Vallo di Diano, un’area ricca di potenziale archeologico ma non sempre al centro delle grandi campagne di scavo.

Metodo e Territorio

La ricerca si basa su intense ricognizioni di superficie (survey), un metodo non invasivo fondamentale per mappare la distribuzione degli insediamenti e delle attività umane nel tempo. Le ricognizioni nell’area di Sicignano degli Alburni e zone limitrofe hanno permesso di raccogliere e analizzare frammenti ceramici, laterizi e altri materiali archeologici dispersi.

L’obiettivo principale è ricostruire la frequenza e la tipologia di occupazione del territorio dall’età pre-romana (probabilmente con influssi Lucani o Sannitici) fino all’epoca romana e tardoantica.

Cosa Rivelano i Materiali

Il contributo di Daniela Capece mira a fare il punto sui reperti mobili rinvenuti. L’analisi di questi materiali può fornire dati essenziali su:

  • Cronologia degli Insediamenti: I tipi di ceramica (a vernice nera, ceramica da cucina, sigillata) permettono di datare con precisione i periodi di massima vitalità dell’area.

  • Economia e Commercio: La presenza di vasellame importato o di produzioni locali fornisce indizi sulle rotte commerciali e sull’autosufficienza economica delle comunità residenti.

  • Natura degli Insediamenti: La densità e la tipologia dei materiali possono suggerire la presenza di piccole fattorie sparse (villae rusticae), santuari rurali o centri abitati di maggiore rilevanza lungo le antiche vie di comunicazione.

L’area tra gli Alburni e il Vallo di Diano rivestiva un ruolo chiave nel controllo dei valichi appenninici e nell’accesso alla costa tirrenica, rendendo questi “materiali dalle ricognizioni” tasselli fondamentali per comprendere la dinamica territoriale e il popolamento dell’entroterra Campano-Lucano.

Nuceria Alfaterna: Una Nuova Mappa Antica con il “Fondo Campanelli”

Focus Scientifico – Le giornate di studio della Federico II saranno anche il palcoscenico per un’importante ipotesi di rilettura della topografia di Nuceria Alfaterna, l’antica città situata nell’attuale Agro Nocerino Sarnese. Le studiose Bianca Ferrara e Luigia Silvana Russo presenteranno l’intervento: “Il Fondo Campanelli: ipotesi per una rilettura della forma urbis di Nuceria Alfaterna”.

Questo contributo si annuncia come fondamentale per affinare la comprensione dell’assetto urbano, delle dinamiche di crescita e della pianificazione edilizia di Nuceria, che fu un centro chiave della Magna Graecia e un importante municipium romano.

La Chiave: Il Mistero del “Fondo Campanelli”

Il cuore della ricerca risiede nell’analisi del cosiddetto “Fondo Campanelli”, un corpus documentario o archivistico che, evidentemente, custodisce informazioni determinanti e finora non pienamente valorizzate sulla città. Il lavoro di Ferrara e Russo non si limita alla semplice catalogazione, ma propone una vera e propria “rilettura” di questi dati.

L’espressione “forma urbis” si riferisce all’organizzazione fisica della città: la disposizione delle mura, l’orientamento delle strade (il sistema del cardo e del decumanus), l’ubicazione dei principali edifici pubblici, religiosi e privati.

L’ipotesi di rilettura suggerisce che le informazioni contenute nel Fondo Campanelli potrebbero:

  1. Modificare l’attuale ricostruzione della planimetria urbana.

  2. Svelare la presenza di strutture o assi viari precedentemente sconosciuti o mal interpretati.

  3. Correggere la datazione di alcune fasi di espansione o ristrutturazione di Nuceria.

Il Contesto di Nuceria Alfaterna

Nuceria Alfaterna è nota per la sua lunga storia, dalle origini pre-romane (con influenze etrusche e sannitiche) fino alla sua distruzione in età tardoantica. Comprendere la sua forma urbis è cruciale per interpretare i suoi rapporti con i centri vicini come Pompei e Salerno, e per capire come la città si sia adattata ai diversi domini politici e alle calamità naturali.

La ricerca si inserisce dunque nel filone degli studi che utilizzano fonti d’archivio e documentali, integrandole con i dati provenienti dagli scavi archeologici, per ottenere un quadro il più completo possibile dell’antica città. L’intervento promette di offrire nuovi strumenti e prospettive per i futuri scavi nell’area nocerina.




Generico novembre 2025


Fonte : PositanoNews.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Close
powered by SirenumLandCommunication P.IVA 05464860658 - info@sirenumlandcommunication.it
Close