
Gusta Minori: oggi Giampiero Mughini con “Il Muggenheim. Quel che resta di una vita”. Proseguono…
Gusta Minori: oggi Giampiero Mughini con “Il Muggenheim. Quel che resta di una vita”. Proseguono gli appuntamenti con il Gusta Minori. Oggi, domenica 4 settembre 2022, sarà la volta dell’istrionico Giampiero Mughini che proporrà al pubblico una rilettura del suo libro “Il Muggenheim. Quel che resta di una vita”.
“Il Muggenheim non è altro che la casa dello scrittore, che leggendo il volume – un fitto zibaldone ricchissimo di aneddoti e spigolature, pronte a diramarsi nelle direzioni più imprevedibili – apprendo essere di fatto una teoria di wunderkammer senza soluzione di continuità, in cui l’autore – ha affermato Gerardo Buonocore, Direttore Artistico di Gusta Minori – incallito quanto ossessivo collezionista, ha messo insieme nel corso di un pugno di decenni carte e oggetti provenienti soprattutto dagli anni Cinquanta agli anni Ottanta, periodo fertilissimo della creatività, anche italiana, benché ancora di fatto ignorato dalle nostre istituzioni museali, che a quanto pare tardano ad acquistare ed esporre documenti provenienti da quel periodo storico. Il museo della creatività italiana del Secondo dopoguerra, sembra dirci Mughini, non c’è, o meglio in realtà ci sarebbe anche – magari non grande ed esaustivo come meriterebbe il periodo – e giace racchiuso tra le sue mura domestiche. Il Muggenheim è anche un viaggio talvolta disordinato, talvolta elettrico, tra le pieghe della memoria del suo autore, che passando di stanza in stanza e di cosa in cosa all’interno della sua casa-cornucopia, non fa che inseguire dettagli e ricostruire genealogie di immaginari novecenteschi. Spesso Mughini ci porta in dei luoghi – l’irripetibile Bologna degli anni Sessanta e Settanta che danzava al ritmo del prog, sospinta dall’egida di Freak Antoni e dei suoi Skiantos, la fervidissima di intelligenze e coeva Modena, su tutto il campo lungo degli spazi statunitensi – e da questi parte rapsodicamente a ricostruire la storia di oggetti d’arte, libri introvabili, ossessioni e collezioni. Perché per un collezionista, inevitabilmente, la vicenda di un oggetto è intrisa dell’anima di chi l’ha posseduto – un po’ come si dice delle prime edizioni, capaci di conservare in stilla una goccia dello spirito dell’autore. Il Muggenheim insomma è anche un’autobiografia, e credo un omaggio alla casa che ospita la collezione: gli oggetti e i luoghi scontrandosi prendono vita, la nostra esistenza è fatta di queste metafisiche reazioni”.
Fonte : PositanoNews.it