
All’Antico Francischiello di Massa Lubrense una serata simbolo per gli Ambasciatori del Gusto: la grande cena “parla pugliese” con tre maestri d’eccellenza
MASSA LUBRENSE – Una serata che resta impressa, un incontro di culture gastronomiche che attraversa il Sud e approda nella storia centenaria dell’Antico Francischiello. Qui, dove la tradizione partenopea vive dal 1909, è andata in scena una grande cena dal cuore pugliese: protagonisti tre talenti che dell’arte culinaria hanno fatto un’identità e una missione – Giuseppe Petruzzella, Antonino Attardi e Iginio Ventura, foggiano di Peschici.
A fare gli onori di casa l’Ambasciatore del Gusto Antonino Attardi, classe 1990, erede della terza generazione del Ristorante Antico Francischiello. Un talento cresciuto tra pentole, farine e ricette tramandate: è il nonno a insegnargli i segreti della cucina partenopea, mentre in pasticceria, da bambino, affianca Carmine Marzuillo, l’inventore della celebre delizia al limone.
Conclusi gli studi, Antonino sceglie la via del cuore: la cucina. Approfondisce tecniche e tradizioni, in particolare quella della pasta tirata a mano, e oggi guida la brigata del primo ristorante della Penisola Sorrentina ad ottenere la Stella Michelin nel 1976.
Molto è cambiato dal 1909, ma non l’essenza: cordialità, gusto, ospitalità. A Francischiello la tradizione continua e guarda al futuro.
Iginio Ventura: l’orafo che ha trovato l’oro nel gelato
Classe 1980, Iginio Ventura è una storia di ritorni e di destino. A Peschici lo conoscevano come “Andrea”, perché il suo nome – ammette sorridendo – nessuno lo indovinava. Nipote e figlio d’arte, cresce tra le carapine della storica gelateria Pinagel, circondato dalle donne della sua vita: la nonna Lucrezia, trent’anni passati a fare gelati, la madre Pina, le vicine di casa, la tata.
Da ragazzo però sogna altro: diventa orafo e vola a Valenza Po, centro dell’oreficeria italiana. Ma l’11 settembre 2001 sconvolge il mondo e l’economia, e quell’universo d’oro improvvisamente crolla.
“Mi porti al mare?”, chiede un giorno la madre. È sulla spiaggia che Pina gli propone di prendere in mano la gelateria di famiglia. Iginio accetta, ma a modo suo:
“Se devo fare il gelato, lo farò a modo mio”, annuncia.
E così accade.
Scopre di conoscere già i movimenti, introiettati da bambino semplicemente osservando la nonna. “Le mie mani si muovevano da sole”, racconta. La ricetta simbolo resta immutata: la Crema degli Angeli, delicata, lenta, profumata di limone e cannella.
Con l’apecar carica di meraviglie, ogni estate porta in giro dolcezza e poesia: “Il gelato non è di chi lo fa, ma di chi lo riceve”. Una filosofia che è già tutto un programma.
Giuseppe Petruzzella: la Puglia nel cuore, l’innovazione tra le mani
Nato a Bari, cresciuto a Molfetta (22 dicembre 1975), Giuseppe Petruzzella ha il mare dentro e la cucina come bussola. Inizia a lavorare giovanissimo nei ristoranti della zona, poi la volontà di crescere lo porta a viaggiare tra Italia ed estero.
Nel 2001 entra nel team del ristorante-pizzeria Il Vecchio Gazebo, dove apprende e perfeziona l’arte della pizza anche grazie alla formazione dell’Associazione Pizzaioli Professionisti.
Oggi, da manager del locale, Petruzzella porta avanti un progetto di qualità: valorizzare il territorio, innovare senza tradire l’identità pugliese, con piatti che uniscono tecnica moderna e rispetto per la materia prima.
Una cena che unisce Sud, storie e talenti
La grande cena all’Antico Francischiello non è stata solo un evento gastronomico, ma la celebrazione di un ponte culturale: la Puglia che incontra la Costiera, le storie di famiglia che diventano eccellenza, le tradizioni che si rinnovano.
Ogni piatto, ogni sapore, ogni gesto dei tre protagonisti ha raccontato un percorso:
– quello di Attardi, custode e innovatore della tradizione sorrentino-partenopea;
– quello di Ventura, orafo del gusto e poeta del gelato;
– quello di Petruzzella, ambasciatore della cucina pugliese contemporanea.
Una serata da ricordare, simbolo per gli Ambasciatori del Gusto e per tutti coloro che credono nella forza del cibo come racconto, passione e identità.
Un altro tassello che conferma l’Antico Francischiello come luogo simbolo dove le storie migliori della cucina italiana continuano a scriversi.

Caronte che ci ha traghettato in questo viaggio con grandi commensali straordinari ristoratori scrigno di cultura il nostro instancabile Mimmo De Gregorio dello Stuzzichino
Fonte : PositanoNews.it